Il calcio a Foggia riparte dalla Serie D con una nuova società, formata da Davide Pelusi, Franco e Giuseppe Lo Campo, Ciro Amodeo: si chiama ACD Foggia Calcio ma senza satanelli nel logo (che propone il restyling delle tre fiammelle), presidente è il manager foggiano Davide Pelusi ed è il “Foggia dei foggiani”. In campo Cristian Agnelli, centrocampista prodotto del vivaio rossonero (234 presenze e 20 gol) tra gli alfieri storici e in panchina l’ex difensore Pasquale Padalino, al quale il direttore sportivo Beppe Di Bari (altro ex calciatore foggiano) affida la squadra. I rossoneri disputano una buona stagione grazie anche ai gol di Beppe Giglio, perdono lo spareggio playoff col Matera ma vengono ripescati in Lega Pro, dove presidente (2013-14) sarà Franco Lo Campo. Nel 2014-15 Di Bari “pesca” in Eccellenza lombarda Roberto De Zerbi, riportandolo a Foggia per regalargli la sua prima vera esperienza in panchina. Nel frattempo ci sono ancora problemi finanziari dietro l’angolo, in società si alterneranno diverse figure e l’avvocato Fabio Verile diventa presidente (giugno 2014).
In tutto ciò, De Zerbi guadagna stima tra la gente, la squadra diverte con Iemmello, Sarno, c’è il ritorno a casa del difensore Alessandro Potenza, “sceso” in C dalla A. Ma la situazione societaria preoccupa non poco, fino alla svolta: nel giugno del 2015 i fratelli Franco e Fedele Sannella (proprietari del pastificio foggiano Tamma) acquistano la società rossonera, prima al 50% (l’altra metà è del commercialista Massimo Curci) e poi al 70% (il restante 30% è diviso tra Curci, Luca Leccese e Carla Di Corcia), che il 7 luglio torna a chiamarsi Foggia Calcio e a mostrare i satanelli sul petto, affidando la presidenza a Lucio Fares.
De Zerbi, accolto con scetticismo, regala un calcio spettacolare, riaccendendo la fiamma con la tifoseria, riportando entusiasmo e conquistando una Coppa Italia di Lega Pro mancando però la promozione per un soffio, a causa della finale playoff persa col Pisa.
L’estate 2017 è tribolata, De Zerbi viene esonerato per dissidi con la società ed in tutta fretta viene “chiamato” alla guida del team Giovanni Stroppa, un altro grande ex calciatore rossonero. Sarà l’anno della svolta, perché Giovannino ricompatta uno spogliatoio “turbolento” e dopo 19 anni riporta il Foggia in Serie B, vincendo anche la Supercoppa di Lega Pro e restando poi in sella al club per un anno in cui allenerà i vari Leandro Greco, Kragl, Agazzi, Gerbo e Mazzeo.
Giovannino va via nell’estate 2018, si parla di ridimensionamento ed invece arrivano Cristian Galano (attaccante foggiano) e ritorna il “re” Iemmello, mentre ad allenare il Foggia sarà Gianluca Grassadonia (l’ennesimo ex giocatore rossonero), che però non ottiene grandi risultati e viene sostituito in corsa da Gaetano Pavone (una sola partita per il tecnico della Primavera, che battè 3-1 la Cremonese) ma con il “ritorno” di Padalino già programmato. Il tecnico foggiano, purtroppo, non inverte la rotta negativa e, a sua volta, verrà avvicendato da Grassadonia in una stagione difficile e poco esaltante, con un finale ancora più triste. Il 13 Maggio 2019 i satanelli cadono a Verona (2-1) e retrocedono in Serie C. I conti non tornano più, i problemi economici devastano le casse del club rossonero ed i fratelli Sannella alzano definitivamente bandiera bianca, non iscrivendo la squadra al torneo di Lega Pro e sancendo la “nuova” fine del calcio cittadino, nell’incredulità generale.
La rinascita, l’ennesima della centennale storia rossonera, parla sardo. In un caldissimo mese di luglio del 2019 giungono in Capitanata direttamente dalla Sardegna, (proprio come l’U.S. Sardegna, una delle società che favorì la nascita dello Sporting Club) gli imprenditori Roberto Felleca e Maria Assunta Pintus, che assieme a Davide Pelusi (ancora una volta, il manager foggiano al “capezzale” del Foggia) si aggiudicano con un assegno da 500.000 euro “cash” il titolo sportivo della squadra della città, “consegnato” loro dal sindaco di Foggia, Franco Landella.
Dalle ceneri del Foggia Calcio nasce dunque il Calcio Foggia 1920, che riparte dal girone H della Serie D affidandosi dapprima al giovane debuttante Alessandro Amantino Mancini, ex centrocampista di Venezia, Roma, Inter e Milan, che dopo la prima giornata di campionato si dimette e viene avvicendato da Ninni Corda. Il campionato, però, si interrompe ad otto giornate dalla fine e non riprenderà più a causa del diffondersi a livello mondiale del virus “Covid_19” che, di fatto, paralizza tutto lo sport e “costringe” la LND, a causa di una serie di regolamenti di sanificazione con costi impossibili da sostenere, a cristallizzare la classifica. I satanelli chiuderanno da secondi, ad un solo punto dalla capolista e con uno scontro diretto da giocare allo Zaccheria.
La storia continua…